La rendita catastale: come si calcola
Ogni immobile e terreno presente sul suolo italiano è registrato presso il catasto, che consiste in un ampio database; in esso ogni singola proprietà è presente con una rappresentazione grafica planimetrica, con ulteriori sulle sue caratteristiche peculiari e sui proprietari.
La rendita catastale non è altro che il valore fiscale attribuito ad un edificio, che va utilizzato per calcolare l’ammontare di varie tipologie di tasse.
Come si calcola la rendita catastale
Se sei interessato a calcolare la rendita catastale della tua abitazione, approfondisci con noi l’argomento. La rendita catastale effettiva si calcola rivalutando il valore indicato presso il catasto per 5%, in quanto buona parte dei dati contenuti presso il catasto italiano risultano eccessivamente datati e necessitano di una correzione dovuta all’aumento di valore delle singole proprietà nel corso degli anni.
A cosa serve conoscere la rendita catastale
La rendita catastale rivalutata è un dato necessario al calcolo del valore catastale di un immobile o di una proprietà di qualsiasi genere. Nel caso dei terreni tale rendita è rappresentata dal cosiddetto valore dominicale, che non deve essere rivalutato.
Il calcolo delle singole tassazioni dipende strettamente dal tipo di imposta che si deve saldare, spesso diverso a seconda della categoria catastale cui appartiene un immobile e a seconda del Comune in cui si trova.
Ad esempio, per quanto riguarda l’IMU, in gran parte d’Italia tale imposta è pari al 4 per mille del valore catastale nel caso delle prime case, al 9 per mille nel caso delle seconde case. Il valore catastale si ottiene moltiplicando la rendita rivalutata per un coefficiente, che varia a seconda della categoria cui appartiene l’immobile. Al risultato di tale moltiplicazione si applica l’aliquota del 4 per mille.
In caso di successione
Oltre che per le imposte che si devono annualmente all’Agenzia delle Entrate, ci sono altri casi in cui è necessario sfruttare la rendita e il valore catastale di una proprietà. In particolare si tratta delle imposte sulla compravendita degli immobili e delle tasse di successione.
Nel caso in cui si debbano pagare tali tasse per un bene ottenuto da un erede diretto esiste una franchigia, che permette di non pagare la successione a meno che il valore non superi una data circa.
Nel caso dei figli e dei genitori del defunto, tale valore è pari a 1.000.000 di euro; nel caso dei fratelli è apri a 100.000 euro. Per i parenti più lontani la franchigia non è presente.