SmartBox non paga le tasse in Italia: scoppia il caso evasione fiscale
Alcuni dei pacchetti vacanze di Smartbox si chiamano ‘Deliziosa evasione’, ‘Rilassante evasione’, ‘Incantevole evasione’, ma sembra che l’azienda francese abbia preso un po’ troppo sul serio le sue promesse, tanto da attuare lei stessa una massiccia evasione fiscale in Italia.
Smartbox è la società leader nel mercato dei cofanetti vacanza e dei pacchetti regalo, che riesce ad offrire, a prezzi assolutamente competitivi, soggiorni turistici da sogno e non solo. Cofanetti belli da donare e da ricevere, per regalarsi momenti di relax da soli o con la propria dolce metà. Ma la Smartbox è anche finita nell’occhio del ciclone per una sospetta evasione fiscale. Tanto che, secondo alcune indiscrezioni, la Smartbox avrebbe ricevuto una visita dalla Guardia di Finanza per accertare alcune illegalità.
Con l’hashtag #smartboxpagaletasse (che è possibile diffondere su tutti i social network), è stata diffusa sul web una petizione che richiede l’attenzione di tutti noi cittadini: se è vero infatti che l’azienda, operante in Italia attraverso una società irlandese, ha ricevuto la visita della Guardia di Finanza, e se è vero che sono state riscontrate irregolarità per oltre 100 milioni di euro, è giusto e doveroso che l’Agenzia delle Entrate intervenga e verifichi quanto accaduto. Troppe volte aziende americane, estere, europee decidono di porre il loro domicilio fiscale in Paesi come l’Irlanda, dove le tasse sono più basse, ma continuano a fatturare cifre da capogiro nel nostro Paese. Non è affatto giusto che chi opera e guadagna in un Paese non rispetti poi le leggi dello stesso.
Sappiamo tutti quanto sia alta l’evasione fiscale in Italia: statisticamente ogni anno vengono sottratti alla collettività oltre 180 miliardi. Una cifra assurda che, se anche solo dimezzata, aiuterebbe a diminuire sensibilmente le tasse per gli onesti cittadini. E’ giusto chiedere una maggiore attenzione da parte del Governo e dell’Agenzia delle Entrate in merito: il caso della Smartbox non è certo isolato, e non sarà l’ultimo, purtroppo, che ci troveremo ad affrontare. E’ necessario incrementare i controlli e prevedere pene pecuniarie severe per chi ottiene il nostro denaro, ma non restituisce nulla alla collettività italiana.
E’ infine abbastanza significativo che notizie del genere non vengano riportate dai media tradizionali: è doveroso informare i cittadini di quanto accade nel loro Paese.
L’obiettivo è la raccolta delle firme online, quindi invitiamo tutti gli utenti a firmare la petizione.